Vino

Un sogno Mancino

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Qual è il segreto della rinascita? Un terzo di felicità, un terzo di buona salute, un terzo di operosità, più due gocce di buon senso. Era il cocktail segreto del grande Angelo Zola. Io ci aggiungerei volere, passione, istinto, ricerca. Ingredienti semplici e magici che possono cambiarti la vita.

Ad Hong Kong, in quell’atmosfera rarefatta eternamente sospesa tra l’oriente e le sue meditazioni e il fumo un po’ British che le è rimasta dentro, il giovane barista inseguiva il suo sogno facendo tesoro degli insegnamenti dei suoi maestri e di quelli di sua nonna; con sé la voglia e la determinazione di chi sa di potercela fare, di chi viene da un mondo semplice e conosce bene il sacrificio.
Essere il barman di quel prestigioso Hotel non gli metteva ansia e neppure gli esigenti avventori. Sorridente e malizioso sceglieva bottiglie e mescolava ingredienti consapevole che un dirnk non è solamente qualcosa da bere ma un rituale di ospitalità. Mentre il grande ventilatore a pale posto sul soffitto spostava nell’aria le note di quei drink e quelle dei profumi delle donne avvolte in stretti vestiti luccicanti come la loro pelle dorata. Agile e disinvolto con camicia bianca, gemelli ai polsini e occhi maliziosi serviva da bere accompagnando quei cocktail con piccole storie a volte vere altre frutto della fantasia, ma che contribuirono a fare di quel giovane barman il number one, un infallibile intrattenitore, un perfetto compositore. Il ghiaccio purissimo dal suono sordo, i cristalli dai suoni acuti, i distillati a lasciarsi scivolare setosi dalle bottiglie verso lo shaker, elegante ballerino pronto ad agitare quei corpi liquidi fino a darne senso e deliziare il bicchiere prima ancora che il palato di chi gli stava di fronte. Ed ecco un’altra storia da raccontare, un’altra esperienza da ricordare. Il legno di ciliegio rendeva tutto più importante, tutto più dolce, tutto più possibile. Non ricordo se finii prima la sigaretta oppure il mio Negroni Ragazzino, ma ricordo bene le labbra di Jasmine ed il ghigno complice di Giancarlo quando indossato il mio Borsalino andai via.

Il bar è una cosa seria, il bancone è un contraltare solo un po’ meno sacro. Bere un cocktail non è mai banale; detesto coloro che lo fanno per moda e che bevono ogni cosa. Sono un edonista, un romantico, perciò la mia idea del cocktail, come del resto del vino, è legata all’universo del mio animo che con severità proteggo da questo tempo artificialmente lucido.
I miei colori sono meno elaborati ma più sinceri, forse com’era l’Italia quando positività e relazioni umane, artigianalità e sapienza erano le fondamenta di una cultura apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo. Il mio concetto del gusto non è fenomenologia dello spettacolo ma ha radici che affondano nella nostra storia, nella nostra vita. Il gusto è come la bellezza, come l’amore: una sorpresa, un affondo improvviso e meraviglioso di piacere che ci rende speciali, e per questo non può essere artefatto, non può essere spettacolare. Deve avere senso, portare rispetto, deve essere poesia.
Il volere è potere e Giancarlo lo sapeva. Nella memoria gli erano rimasti impressi i profumi delle spezie e delle erbe usate dalla nonna in quel piccolo paesino di provincia ed il desiderio di riscrivere una storia tutta Italiana lo rendevano smanioso. Come un alchimista si mette alla ricerca delle spezie migliori in giro per il mondo, le raccoglie, le essicca, le macera e prova a farne infuso, anzi liquore, il prìncipe dei liquori del nostro paese. Il suo sogno prende forma, ritrova il nome e la dignità della sua tradizione: il Vermouth Mancino. Non un Vermouth qualunque ma quello vero, artigianale, preparato con pazienza e passione, sacrificio e determinazione, pronto per unirsi ai cocktail che hanno fatto la storia dei più prestigiosi cocktail del mondo.
La mia rinascita parte da qui, dai sogni da bambino, dal bello che custodisci dentro e che non devi trascurare, dalla volontà che dà forza alle possibilità e al futuro aggrappato saldamente al mio passato.
Così brindo al mio amico Giancarlo Mancino, Marco Polo Lucano, sognatore, viaggiatore, barman e istrione che ha rivisitato secondo la ricetta tradizionale uno storico liquore Italiano: il Vermouth. Ed un pensiero a Billy Bilancia che ha regalato alle notti romane luminosi capolavori di amore e poesia.
Un Negroni Ragazzino please, con Vermouth Mancino obviously.
Prosit e Serenità.

Giancarlo-Mancino

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